

Messapi in Rete
Si tratta di un progetto multimediale di divulgazione patrocinato da Regione Puglia, da Ministero della Cultura e dal Patrimonio Culturale Subacqueo per il passato storico ed archeologico della civiltà messapica che ha avuto come centro l’area di Manduria quando Roma stava ancora in fasce e il mondo greco frammentato in feroci lotte fra le città stato ma in piena espansione culturale nel mondo conosciuto.
Il programma è anche sostenuto sul piano metodologico e tecnico, dalla ASSET ( Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio ) insieme al Parco Archeologico di Manduria in un piano generale di politiche per lo sviluppo culturale in tutto il territorio nazionale con supporto economico UE.
L’iniziativa era stata vivacemente supportata dalla amministrazione comunale di Manduria che ha voluto presentare così gli esiti del progetto in seduta pubblica nella persona del sindaco in carica Gregorio Pecoraro all’interno della piccola ma suggestiva chiesa di S.Croce.
Al seguire degli interventi delle principali cariche responsabili delle enti istituzionali quali la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo ( Dott.essa Francesca Romana Paolillo ) e il Segretariato Regionale MIC per la Puglia ( Arch.Maria Piccaretta ) si è entrati subito nell’argomento affrontato da Laura Masiello della Direzione Scientifica PON ( Programma Operativo Nazionale ) ed approfondito con ausilio di mezzi audiovisivi dall’architetto Francesco Gabellone.
L’indirizzo generale del piano era di “far parlare i reperti” del Parco Archeologico di Manduria tramite filmati digitali. Nella giornata si sono dati alcuni esempi come la presentazione di un cinturone di guerriero messapico in 3D come pretesto narrativo per raccontare tramite un filmato digitale un rituale funerario.
Si è fatta anche menzione dell’uso psicologico degli elmi decorati con piume per far sembrare più alti i guerrieri e dei processi di costruzione delle Mura di cui tuttora sono visibili molte tracce nel territorio. Nel discorso si è fatta menzione di un aneddoto di Plutarco sul Re di Sparta Archidamos III ucciso durante l’assedio della antica Μανδὐριοη in una fase cruciale cambiando il destino della città stessa nei secoli. Nella narrazione si sono fatte vedere scene digitali di opliti in combattimento e dell’uccisione del sovrano pare per una lancia o per una freccia dalle mura determinando così la vittoria agli assediati che stavano per cedere. A riguardo sono fiorite nel tempo varie leggende sul fantasma del sovrano ramingo ancora sull’ex campo di battaglia e sulla sepoltura con dei tesori mai ritrovati che fa rimandare alla memoria il più noto mito del tesoro del Busento del Re Alarico.
Nelle ricostruzioni digitali si cita anche la “Via degli Eroi” fra le cinta murarie eredità storica della città agli occhi di tutti quanto per noi lo sono le nostre note Colonne Doriche di Piazza Castello.
Mura che sono state erette in un periodo di grande turbolenza storica in tutta la regione quando nel V e nel III secolo a.C l’antica Mandurion doveva difendersi dalle mire espansionistiche della città lacedemone Taranto che subiva nei suoi intenti disastrose sconfitte per tutto il tempo. Le fortificazioni erano state anche strutturate per rappresentare il notevole sviluppo del tessuto sociale urbano come simboli di status e di potere interni oltre che per rafforzare i sentimenti di indipendenza che non si spensero mai neanche in seguito alla caduta della vecchia rivale per mano dei romani che poi ridussero a sottomissione la città imponendo la demolizione proprio del suo simbolo più rappresentativo quali proprio le mura.
La prima cerchia di mura, la più antica, era costituita da file di blocchi assemblati a secco e preceduta da un ampio fossato roccioso, dello stesso materiale usato per comporre il circuito murario di forma quasi pentagonale. La seconda cerchia era stata eretta secoli dopo, nel III sec durante la seconda guerra punica quando Annibale combatteva i romani con il sostegno di Taranto. In quel periodo comparivano delle torri lungo il tratto mentre le vecchie mura sono state precedentemente rafforzate con un tratto fortificato parallelo conservando il primo fossato. Sotto le prime mura rinnovate all’epoca era perito nel 338 a.C il sovrano spartano occorso in aiuto dei tarantini.
Lo scopo generale è quello di far uso delle più moderne tecnologie usate anche dalle più giovani generazioni per preservare nella memoria le radici con il territorio. Si fa strada idea di rendere l’archeologia un mezzo per raccontare il passato in modo stimolante con l’immediatezza del linguaggio audiovisivo in piena consapevolezza dei tempi attuali specie per comunicare appunto con i nati post 2000 rappresentati in sede da studenti di varie scuole del territorio.
il Museo deve uscire fuori dalle pareti che chiudono reperti per diventare cantastorie salvando la memoria del passato per salvare il futuro delle generazioni.
GABRIELE SUMA