Il Re Sole del Sud
Fra le paludi, la malsana atmosfera avvolgeva le membra fino quasi alle ossa di un manipolo di uomini ridotti ad ombre di quello che erano stati diverse settimane prima. Non avevano mappe precise, le indicazioni erano vaghe ma il loro comandante li spronava a proseguire, per la gloria, per il loro Re.
Tempo prima, Il Re Sole, il quattordicesimo dei Luigi della dolce Francia aveva accosentito all’ ambizioso esploratore Robert Caveller de la Salle di allestire una spedizione per trovare la foce del Mississippi e nuove terre da conquistare prima dei rivali spagnoli. Era il 1684 quando la forza di spedizione lasciò il porto di La Rochelle per fare scalo ad Haiti. Durante la traversata erano andati già persi materiali insieme al battello Saint Francois a causa di pirati. Si rimase in porto per un lungo e logorante periodo per gli equipaggi e per i coloni fino a quando il De la Salle potè finalmente ripartire con tre navi per il golfo del Messico.
La linea della costa appariva diversa da come era stato descritta dalle carte. Qualcosa era andato storto ma non si poteva più ritornare indietro. Il De la Salle decise di seguire la costa nonostante fosse ben lontano dal Mississippi muovendosi in direzione ovest.
Una delle tre navi, la Aimable, affondò quasi subito con tutti i cannoni indebolendo pericolosamente la squadra in un territorio ancora largamente poco conosciuto. L’ammiraglia della squadra, la La Belle, era accompagnata dalla Joly dove sorsero problemi non affrontati adeguatamente da De La Salle. Il capitano della Joly, Taneguy le Gallois de Beaujeu, non accettò la leadership, abbandonando la spedizione. Il destino volle che sarà poi lui a poter raggiungere la foce, a centinaia di chilometri, nella direzione opposta.
I coloni, a corto di provviste e munizioni, si fermavano frattanto a terra, erigendo subito un campo trincerato con il nome di Saint Louis. Poco tempo dopo i francesi si resero conto di non essere affatto soli, osservati dagli indiani Karankawa non esattamente amichevoli. I giorni passavano interminabili subendo il clima, la scarsità del cibo, la despressione e altri fattori.
La situazione spinse allora ad organizzare costanti spedizioni all’esterno del campo nonostante gli indiani attaccassero sempre senza pietà chiunque si avventurasse fuori. Le perdite aumentavano tanto che la La Belle era rimasta anche senza capitano, ucciso in una di quelle drammatiche circostanze. La morte del comandante determinava conseguenti problemi di disciplina ed organizzazione, aggravati dal clima e dall’asperità dell’area che provocarono il naufragio finale.
I coloni si ritrovarono definitivamente isolati, senza più navi e senza comunicazioni con l’esterno sotto assedio dai Karankawa. De la Salle aveva perso la fiducia e il rispetto dei propri uomini, che ,avviliti dai ripetuti fallimenti, lo assassinarono nell’ultima disperata uscita dal campo il 17 marzo 1687.
Nel 1688 l’odissea ebbe tragico epilogo con l’ultimo assalto degli indiani che stermineranno i coloni tranne quattro bambini che verranno successivamente venduti agli spagnoli.
La morte dell’esploratore interruppe il sogno del Re Sole di piantare la propria bandiera dei gigli nel cuore del Mississippi; la colonizzazione vera e propria da parte francese comincerà infatti poco dopo la morte del sovrano ( 1715 ).
I resti della La Belle riemergeranno dalla palude secoli dopo, nel 1995, vittima di eccesso di audacia, sogni, ambizioni ma anche relitto di un epoca avventurosa, dove si affrontava ancora per ultima volta l’ignoto, per la gloria forse…”fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, ma anche per il più materiale bisogno per alcuni di terra, per altri di ricchezze e per altri ancora di gloria, ma Il prezzo di tutto ciò poteva essere, spesso, la vita.
GABRIELE SUMA