I Guerrieri del Sol Levante
In Giappone lo scudo, come protezione individuale, è stato adottato nei primissimi secoli di civilizzazione dell’arcipelago nipponico in un epoxa denominata Yajoi dal nome di un area archeologica presente in un area di Tokyo. Le comunità dell’epoca erano organizzate in tribù e clan e i guerrieri combattevano con lancia ed arco e anche scudi rettangolari che coprivano gran parte del corpo. Gli scudi erano essenziali in un’epoca dove le spade non erano comuni e talvolta di uso più per le funzioni religiose e sociali che per la guerra vera e propria e i metalli una risorsa rara. I guerrieri preferivano di gran lunga l’arco che divenne ben presto un elemento culturale profondamente giapponese e ancora oggi potente simbolo in molte occasioni. Lo scudo verrà gradualmente abbandonato fino a scomparire del tutto nei secoli successivi con eccezione di protezioni mobili per tiratori negli assedi fino alla fine del XVII secolo. Le ragioni principali della breve vita dello scudo risiedono nella scarsità di materie prime e nello sviluppo di una casta guerriera con caratteristiche aristocratiche simili a quelle riscontrabili in altre società arcaiche come gli achei dell’Iliade. Dopo le guerre tribali e l’avvento dei clans in seguito alle varie guerre contro gli Emishi ( popolazione nativa dell’Hokkaido e parte dell’Honshu settentrionale ) i giapponesi avevano determinato le linee fondamentali di una struttura fortemente gerarchizzata e stratificata che sarà la base della futura classe dei samurai. Nel periodo delle colonizzazioni e conquiste dell’arcipelago il Clan Yamato emerse come la prima e l’unica dinastia imperiale che tuttora è sul Trono del Crisantemo. In questo periodo gli Yamato avevano raccolto intorno a sè tutti gli altri clan maggiori e minori assumendosi la guida degli eserciti ancora caratterizzati da masse di coscritti contro gli Emishi. L’andamento del conflitto e la natura peculiare del terreno obbligava la costituzione di insediamenti militari fissi rendendo gli eserciti sempre meno controllabili dalla Corte Imperiale. La spietatezza dei nemici e la durezza delle condizioni ambientali comportavano la riduzione della consistenza degli eserciti che sempre più si costituivano di professionisti della guerra in grado di pacificare le terre conquistate. L’espansione procedeva nella direzione nord lungo tutta l’isola di Honshu ma nel frattempo i giapponesi ebbero anche occasione di apprendere le arti belliche di origine coreana e cinese. Il Giappone nel V secolo d.c stabilì un controllo su un area della penisola coreana denominata Minama da fonti storiche nipponiche. La Corea era allora suddivisa in tre regni ( Silla,Baekje,Goguryeo ) e il regno di Silla era il più forte ed espansionista e ben presto i giapponesi persero Minama da parte di Silla. I coreani inflissero ai nipponici la più grande disfatta navale della storia giapponese nel 663 d.c ( la battaglia di Baekcheon ). I giapponesi appresero,per l’urgenza del momento, le tecniche costruttive dei coreani quali le fortezze in pietra che si moltiplicarono lungo le coste dell’Isola di Kyushu ( l’isola meridionale dell’arcipelago più vicina alla Corea ). Le tecniche saranno successvamente abbandonate per poi essere recuperate durante i tentativi di invasione da parte dei mongoli dal 1274 al 1281. Le fortezze in pietra erano però un elemento estraneo alla cultura giapponese per la natura sismica del territorio e per il carattere spiccatamente offensivo delle tecniche di combattimento e delle dottrine ufficiali ( famoso il caso del Clan Takeda che considerava il proprio esercito come fortezza per difendere il territorio durante le guerre civili del XVI secolo ). Le fortezze in pietra appariranno, dopo molti secoli dall’ultima invasione mongola, negli ultimi anni del periodo conosciuto come Sengoku Jidai ( XVI secolo ) con il suggello della realizzazione del più grande castello in pietra da parte del primo unificatore del Giappone Oda Nobunaga ( il castello di Azuchi verrà tuttavia distrutto subito dopo la morte di Nobunaga ). I successivi castelli verranno costrouiti per tutto il periodo dello Shogunato Tokugawa ma del tutto privi di difese militari vere e proprie a parte la gigantesca città-fortezza di Edo che diventerà poi il nucleo politico,amministrativo e finanziario della futura Tokyo. Durante le guerre contro gli Emishi l’indebolimento della Corte Imperiale favorì lo sviluppo di una casta di guerrieri consci del proprio potere che verrà conquistato sotto il dominio del Clan Minamoto che fu il primo a governare con il titolo di shogun. I samurai erano guerrieri professionisti a cui era proibito esercitare le arti del commercio e dell’agricoltura e il loro compito era quello di mettere a disposizione del proprio signore le proprie capacità marziali acquisite con lungo e costoso addestramento e la propria katana un cimelio ereditario di famiglia. Le vicissitudini belliche, nel corso dei secoli, fecero sì che i samurai diventassero anche mercenari e spesso anche usurpatori a danni dei signori legittimi. I samurai, a differenza del comune stereotipo, erano principalmente addestrati per l’arco che era il loro simbolo di appartenenza ad un alta classe e, all’inizio, propensi a combattere a cavallo. I combattimenti a cavallo inducevano ad elaborare protezioni speciali per il corpo senza tenere in considerazione lo scudo non adeguato per le formazioni poco serrate a differenza di come avveniva in Europa. L’assenza di formazioni di cavalleria pesante è dovuta alle peculiare caratteristiche morfologiche del terreno del Giappone. Le pianure sono scarse e insufficientemente estese per manovre, quali quelle tipiche degli eserciti europei ,su vasta scala. Alcuni clans presteranno molta attenzione alle tattiche di cavalleria ma vi sono eccezioni come i Takeda e gli Uesugi che tuttavia basavano le proprie strategie principalmente sulle manovre di fanteria appiedata, i famosi Ashigaru ( piede veloce ) , contadini reclutati e destinati ad essere, i più fortunati, parte della nuova classe di samurai dopo le guerre civili e sotto i Tokugawa. L’uso sempre più massiccio di moschetti alla fine del periodo Sengoku porrà fine alla cavalleria come unità organica segnatamente dopo la decisiva battaglia di Nagashino. Gli eserciti Tokugawa che parteciperanno successivamente all’invasione della Corea saranno infatti prevalentemente costutuite da fanti armati di moschetto ( il famoso teppo ). La cavalleria rimase per secoli principalmente un unità pretoriana di protezione dello Shogun prendendo il nome di Hatamoto ( la tenda di comando ) con sede permanente nel grande Castello di Edo. I samurai a cavallo,difatti, si distinguevano da quelli appiedati per la loro condizione sociale più elevata che poteva consentire il mantenimento ( come in Europa ) del cavallo e i più valorosi e capaci erano spesso usati come assistenti e guardie del corpo degli ufficiali ( gli Yoriki ) . l’elevato costo dei cavalli in un luogo caratterizzato da scarsi spazi per l’allevamento equino è un altro motivo per cui si preferiva dare alla cavalleria una funzione secondaria sul campo di battaglia dominato dalla fanteria equipaggiata da lunghe lance Yari ( una sorta di picche di lunghezza variabile ma in media sui 4-5 metri ) e Teppo ( micidiali in gran numero e in lunghe e compatte linee di fuoco ). I samurai, a differenza degli ashigaru, rimanevano anche fortemente individualisti e solo alcuni clan si permettevano di sottoporli a rigida disciplina. I samurai erano piccoli proprietari terrieri con propri servitori e vassalli che li assistevano nel mantenimento e assolvevano tutte le mansioni proibite altrimenti come la coltivazione dei terreni e commercio. I Daimyo ( i grandi signori feudali ) avevano la facoltà di radunare e convocare i propri samurai e li organizzavano in reggimenti guidati dai samurai di rango intermedio ( i Taisho ). Il sistema non garantiva la lealtà degli ufficiali e truppa che non di rado abbandonavano il campo di battaglia o persino cambiavano fazione anche in pieno svolgimento di una battaglia ( esempio classico la battaglia di Sekigahara ). L’epoca di mercenariato dei samurai fino all’avvento dei Tokugawa prenderà il nome di Gekokujo ( l’inferiore rovescia il superiore ).
I samurai, in origine, cercavano di deflettere le frecce e i colpi durante le schermaglie a cavallo con la conseguenza che l’armatura non era completa ma solo focalizzata sulle parti più interessate quali fianchi,mani,coscie e viso. In particolare i pezzi dovevano proteggere il collo ( nodowa ) , testa ( kabuto “maschera”, ho-ate ) , braccia ( hate ), ginocchia ( haidate, suneate ), le spalle ( waki-date, watagami ).
L’armatura completa diventava un bene ereditario e alla fine dell’epoca Muromachi ( l’epopea delle guerre fra clan ) era sempre più una reliquia che un equipaggiamento semore più orientato alla libertà di movimento in considerazione delle armi da fuoco e masse di ashigaru armati di picche. Le scuole marziali della katana sono posteriori alla fine delle guerre poichè la lunga dittatura Tokugawa rese impossibile per i samurai combattere in campo aperto con la conseguenza di abbandonare le armature e difese in virtù di tecniche di combattimento individuali in luoghi limitati e ristretti. L’armatura classica da samurai ( Yoroi ) cede il posto a protezioni più leggere e invisibili sotto gli indumenti in un periodo caratterizzato da frequenti attentati e complotti che si svolgevano nei palazzi e castelli all’ombra degli Shogun.
I samurai, come si è detto, sono abili arcieri perchè l’arco era l’arma della caccia che era un privilegio dei nobili della Corte Imperiale con il tipico zelo dei “parvenu” ( i samurai non erano nobili di sangue ) e sorsero, ben prima della katana, scuole ed insegnamenti di arco ( Kyudo nella versione attuale, Kyujutsu in origine ) allo scopo di addestramento militare in contrasto con l’intento di diletto dei nobili di corte. I samurai si addestravano anche a tirare in groppa a cavallo con pratiche ancora in uso ( Yabusame ) durante festivals e rievocazioni storiche. L’arco assumeva significati religiosi di caccia a spiriti malevoli ( Yagoshi-hikime ) e di saluto propiziatorio per i neonati ( Tanjo-hikime ) . Rimane ancora in uso l’usanza Yumitori-shiki degli atleti del Sumo che ricevono un arco che viene sfoggiato ed esposto con rituali al pubblico in seguito ad una vittoria. Yumi-ya era l’arcaica definizione di arciere e il dio della guerra Hachiman era nominato anche come Yumi-ya No Hachiman “ Hachiman l’arciere”.
La lancia era un arma non utilizzata sul campo di battaglia dai samurai ma esistono tuttora antiche scuole di naginata che erano principalmente usate da principesse e monaci.
La Katana era un privilegio esclusivo dei samurai ma scuole vere e proprie ( kenjutsu ) sono state fondate in tempi più “recenti” dopo la fine delle guerre feudali. I samurai si addestravano fin dall’età di 5 anni con le katane ricevute in via ereditaria come l’armatura. Lo scopo originario era quello di sostituire l’arco nei duelli a distanze ravvicinate. Un arma ricca di significati simbolici era lo Wakizashi per i rituali suicidi. Le katane erano considerate come “esseri viventi” dotate di poteri e capaci di offrire benefici e maledizioni. Le spade giapponesi “magiche” più famose sono le Muramasa dal nome dell’artigiano ritenuto pazzo. Le Muramasa erano note per aver provocato la pazzia e follie omicide ai proprietari.
Le scuole di katane sono attualmente le scuole di Kendo in età moderna. Il Kendo conserva la caratteristica di incontri molto rapidi e il principio di eseguire il minor numero di mosse per finire l’avversario seguendo precisi schemi autorizzati ed insegnati dalle scuole. Il livello di maestria più ambito dai samurai era quello di vincere lo scontro nel momento stesso di sfodero ( la celebre tecnica Iaijutsu ). In passato i samurai si esercitavano e provavano le armi sui contadini e condannati a morte prima che venisse imposto l’uso di manichini e simulacri.
I capi dei clan ( Daimyo ) si addestravano con ventagli di vario genere per venire incontro,talvolta, a situazioni inaspettate come avvenuto nel leggendario scontro fra Takeda Shingen e Uesugi Kenshin durante la Quarta Battaglia di Kawanakajima nel 1561.
Esistono altre ed alternative scuole di combattimento per tecniche ed armi estranee al codice Samurai quali ad esempio le catene ( Kusari ) o la segreta scuola dei Ninja ( Ninjutsu ) della qualepoco si conosce a causa della sistematica distruzione ordinata da Oda Nobunaga nel 1581.
I samurai disprezzavano la difesa tramite scudi e pesanti armature per una ragione semplice e nello stesso tempo incomprensibile per gli occidentali quale la mistica dello Haragei che è presente anche in altre culture dell’Asia. Haragei consiste nella combinazione dello Hara ( ventre, il centro delle energie del corpo ) e del Ki ( Ki-Ai ). Il concetto consiste, in breve, nella capacità, tramite techiche speciali di autocontrollo, di accumulare e conservare al centro del proprio corpo una forma di energia che era un misto di forza di volontà e potenza contro qualcuno o qualcosa. La potenza si otteneva con il contegno aggressivo e il disprezzo per la morte nella certezza di divenire un Kami ( divinità ) se ucciso in battaglia a maggior gloria per il proprio clan di appartenenza. La difesa tramite scudi era ritenuta dannosa perchè riduceva l’efficacia di manipolare la forza del Ki.
La mistica dello Haragei, di origine buddista, promuoveva inoltre abbandono dei sensi e la sopportazione del dolore come tappa per acquisire uno stato di esistenza superiore ingenerando forme di esaltazione e aggressività simili a quelle che caratterizzavano i guerrieri Berseker della tradizione europea. Questa caratteristica verrà mantenuta per certi tratti anche nelle vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale con le tristemente celebri cariche Banzai dei soldati giapponesi. Lo Haragei tuttavia determina anche l’inevitabile fine dei samurai poichè le necessità già imposte negli ultimi anni dell’epoca Muromachi obbligheranno i signori della guerra a inserire sempre più massicciamente sul campo di battaglia contadini e gli umili della terra come fanteria e massa di manovra più facilmente controllabile. Gli Ashigaru si sostituiranno ai vecchi samurai per diventare i futuri samurai ed antenati del futuro esercito giapponese.
GABRIELE SUMA
Articolo utilissimo per comprendere aspetti dell’iconografia e dei lavori cinematografici e televisivi giapponesi ed anche di alcuni aspetti dei videogiochi di carattere storico nipponico.saluti
si sono anche un grande appassionato di giochi di produzione giapponese talvolta di elevata fattura