Nascita di una dinastia
Ci sono stati nel corso della Storia esempi di dinastie fondate da regnanti di origini oscure( l’ultimo caso è quello della Corea del Nord ) e le dinastie si reggevano in modo dispotico per la scarsa legittimità nei confronti del sistema sociale su cui i sovrani si trovavano a dover governare. Umili origini non significa automaticamente di origine contadina o comunque di basso ceto ma indica le personalità che conquistavano il potere al di fuori della stretta cerchia di antiche aristocrazie e in genere per esito vittorioso sul campo di battaglia ( la Storia Cinese abbonda di queste vicissitudini dinastiche ). Infatti il più delle volte il fondatore di una dinastia proveniva dall’esercito e curiosamente era molto più frequente che fosse un soldato carrierista che un ufficiale. Tuttavia la Storia rappresenta singolari eccezioni e una situazione “anomala” fu quella della dinastia Brooke che governò il piccolo stato del Sarawak, una regione del Borneo e attualmente parte dell’arcipelago indonesiano. Una dinastia che ha segnato profondamente la regione nel giro di un secolo, fondata non con spade e cannoni ma con il metallico suono delle monete che passavano di mano fra il fondatore, James Brooke, e il Sultanato del Borneo. Uno Stato che divenne ben presto autonomo e praticamente indipendente in tempi brevi e senza spargimenti di sangue pur ammettendo che tale evoluzione fu resa possibile dal fatto che i Brooke, pur essendo esponenti della media borghesia, godevano dello status di cittadini britannici e dunque protetti formalmente dall’Impero Britannico, all’epoca Superpotenza Mondiale. I Brooke infatti non appartenevano nè all’antica nobiltà di origine normanna ( la cerchia più potente e antica dell’aristocrazia decadente dal tempo della Guerra delle Due Rose ) e neppure alla rampante nuova aristocrazia sviluppatasi sulla scia dei corsari e mercanti del tempo di Enrico VIII e Elisabetta la Grande. Il protagonista,James, era semplicemente figlio di funzionari della Compagnia delle Indie Orientali che sarebbe diventata potente per un periodo relativamente lungo ; gli eventi avrebbero favorito l’imprevedibile ascesa di tali oscuri sudditi di Sua Maestà. Difatti i Brooke ebbero la sorte di agire in una delle aree dove, a causa delle guerre napoleoniche, gli inglesi entrarono nell’area del Borneo sostituendosi agli olandesi all’epoca divenuti,volenti o nolenti, alleati di Napoleone. Un area però caratterizzata da forte attività piratesca ( tuttora la pirateria rimane una realtà di grande rilevanza nell’area ) che ostacolava la marina britannica in più occasioni. Un altro elemento importante per la carriera dei Brooke fu la notevole tendenza delle autorità ( il sultanato del Borneo e i suoi vari vassalli ) a farsi corrompere e in tal guisa il colonialismo si sviluppò fin da subito appunto su binari diversi rispetto a molti altri luoghi del pianeta. Gli inglesi stabilirono una forma di “egemonia” indiretta ufficialmente dal 1813 con la dichiarazione vassalatica del Sultanato del Brunei all’Amministrazione militare britannica che risiedeva a Giava sottratta agli olandesi durante le guerre napoleoniche. Un “impero” però messo su da iniziative private della Compagnia della quale i Brooke poco tempo dopo avrebbero fatto inizialmente parte. Un’egemonia praticamente “non ufficiale” ,che, la Corona non volle per moltissimo tempo riconoscere ; pertanto non un dominio colorato del rosso imperiale sulle ufficiali cartografie del periodo. La mancanza di riconoscimento politico sarebbe stata la base stessa del fortunato regno dei Brooke da lì a venire.
La carriera fu rapida, come lo era per gli avventurieri e in terre inesplorate o lontane dal cosidetto “mondo civilizzato” ( per l’occidente ). Infatti James Brooke partì per il Borneo approfittando delle opportunità fornite dall’impero personale che stava istituendo la Compagnia, praticamente autonoma dalla Corona e dal Governo. Egli iniziò le sue attività usando come base all’epoca Singapore già divenuta parte del nascente Impero Britannico nel 1839. La situazione in Sarawak, una regione della grande isola del Brunei, risultava favorevole alle ambizioni di Brooke poichè vi risiedeva un gruppo etnico costituito dai Daiak che mal sopportavano l’egemonia malese del Sultanato tra l’altro indebolito dai contrasti fra i parenti della dinastia regnante e il Sultano stesso ( Omar Alì ) era screditato e considerato malato di mente. Brooke sfruttò le divisioni in seno alla dinastia e conquistò le simpatie di Hasim, zio di Omar Alì e designato successore al trono ( il titolo era Rajah Muda ). Il Sarawak era il territorio assegnato dal Sultano al Rajah Muda con il compito di sopprimere le continue rivolte dei Daiak e di contrastare la pirateria sul mare. Hasim pensò di poter ottenere aiuto da parte degli inglesi ma quando Brooke sconfisse i ribelli, si rese conto che gli inglesi avevano stabilito accordo direttamente con i ribelli. In seguito Brooke stabilì la residenza nel Sarawak ed ebbe come alleati una parte dei Daiak e ricevette l’aiuto della flotta inglese mettendo in atto una lenta ma progressiva penetrazione economica e politica in tutta la regione ed applicando un astuta campagna di consenso popolare pur ostacolando ufficialmente forme di influenza culturale britannica e riducendo appositamente l’attività missionaria.
Brooke stabilì un regno personale nel corso degli anni imponendo quanto possibile la separazione fra gli inglesi e gli indigeni, scoraggiando matrimoni incrociati pur permettendo, in rispetto alle consuetudini del posto, forme di concubinaggio e vassallaggio. Una dinastia rapidamente accettata dalla popolazione locale costituita in maggioranza proprio dai Daiak che preferivano farsi governare da una dinastia straniera e paternalista che dagli antichi padroni malesi. Per tutta la vita del primo re del Sarawak James Brooke, non ci furono quasi mai problemi di ordine pubblico.
Il dominio personale era ulteriormente rafforzato dal fatto che James Brooke, pur avvalendosi della protezione britannica, impedì quanto possibile l’inserirsi di altri elementi britannici che fossero governativi o della Compagnia giustificando tale politica come modo per tutelare l’autonomia e i diritti degli indigeni. Il regno ebbe problemi solo dai malesi del Borneo che avevano in pratica perso un loro feudo e per anni avevano supportato ed alimentato attività piratesche mentre gli olandesi,antichi padroni dell’area, avevano accettato de facto la conquista britannica di una loro ex-colonia anche se non de iure ( non riconobbero ufficialmente lo Stato indipendente del Sarawak nato fra il 1848 e 1849).
La politica dei Brooke era nettamente di stampo “paternalista” tipico dei regimi autocratici di fine ’800 ( l’assolutismo “illuminato” era una delle colonne portanti dell’ideologia liberale del periodo a riguardo di società considerate arretrate ).Il governo si basava su un contatto continuo fra il popolo e il governo e si deliberavano leggi in seno ad un organo consultivo ( il Consiglio di Stato ) costituito nel 1855 senza alcuna forma di intermediazione politica; i partiti politici per tutto il regno dei Brooke furono assenti. Il popolo del Sarawak, non omogeneo etnicamente, non sviluppò esigenza di rappresentanza al tempo dei Brooke; in quel periodo le ideologie di matrice europea quali nazionalismo o socialismo erano completamente ignorate anche per la politica del governo di impedire ogni forma di infiltrazione culturale esterna. Al posto di influenza culturale esterna di tipo europeo, prese piede dagli anni ’50 in poi del secolo decimonono una sempre più radicata presenza di migranti cinesi che in poco tempo furono causa di scontri etnici con la maggioranza malese e i Daiak sostenuti dal governo in più occasioni ( i cinesi bruciarono nel 1857 la città malese di Kuching ). Gli indigeni non raggiunsero mai, a parte alcune personalità, i vertici dell’amministrazione e pertanto, a differenza di quanto accadde in India, non si sviluppò un ceto di indigeni istruiti quel tanto da poter creare una classe dirigente pronta per sostituirsi agli europei.
Dagli anni ’60 in poi il regime autocratico di Sarawak iniziò ad espandersi ottenendo concessioni e deleghe dal Sultanato del Brunei corrotto ed indebolito ma qui si evidenza un aspetto insolito e poco conosciuto quale l’urto diplomatico fra un governo di cittadini britannici ( lo Stato del Sarawak ) e l’Inghilterra che,preoccupata dall’autonomia eccessiva del governo Brookiano, iniziò a bloccare l’espansione tutelando ufficialmente il Brunei. In pratica l’Inghilterra in quel perioo sottopose l’area ad una forma di protettorato scoraggiando od espellendo ogni altra nazione europea compreso l’Italia che nel 1870 aveva provato ad istituire una colonia penale nella baia di Gaya. Tuttavia il governo del Sarawak si espanse nonostante l’ostilità britannica ( che difendeva anche gli interessi della Compagnia del Borneo Settentrionale ) acquistando intere province dal Sultanato cronicamente indebitato. Una politica di acquisti accompagnata da sobillazioni nel Borneo per ottenere sempre più vantaggi e benefici senza alcuno scrupolo.
Nel 1887 l’Inghilterra dovette accettare un accordo con il governo di Sarawak concedendogli lo status privilegiato di protettorato riconoscendone la legittimità del suo governo ed impegnandosi a non interferire negli affari interni del paese. Un evento del tutto particolare poichè il potente impero britannico al culmine della sua potenza dovette ammettere una “sconfitta” politica. Nello stesso anno il Sultanato del Brunei entrò a far parte del Commonwealth ufficialmente ma, a differenza del Sarawak, con minore libertà politica e soggezione da parte del vicino. Il Brunei alla fine del secolo decimonono finì praticamente per essere assorbito dalla potente North Borneo Company che era l’unica seria controparte politica per il Sarawak che aveva frattanto comprato letteralmente mezzo Borneo per espellere i competitori.
Il governo, come si è detto, era dominata dalla dinastia Brooke e Anthony Brooke fu il terzo ad assumere il titolo di Rajah ma fu anche l’ultimo sovrano poichè il Sarawak si sarebbe trovato ben presto sconvolto dalla tempesta della Seconda Guerra Mondiale. Difatti la storia dei Brooke si concluse nel dicembre del ’41 durante la rapida invasione giapponese. Dopo la guerra il Sarawak, da formale protettorato,divenne direttamente colonia britannica il 1 luglio 1946.
La Storia dei Brooke insegna come all’epoca fosse possibile per avventurieri abili e senza scrupoli creare dinastie regnanti come era praticamente la norma nei più convulsi periodi dell’alto medioevo. Quando vi sono stati deboli o divisi, la possibilità che possa emergere un regime paternalista e dispotico resta ancora oggi una possibilità concreta anche nella civilissima Europa oggi più che mai scossa da gravissime crisi sociali ed economiche.
Gabriele Suma